Il razzismo ha radici profonde. Non voglio andare troppo indietro nel tempo e voglio parlare solo dell’Italia e di noi. Siamo un popolo fondamentalmente razzista. Abbiamo mandato migliaia di emigranti ”analfabeti” fuori dall’Italia. Abbiamo mandato tanti ebrei nelle camere a gas. Abbiamo fatto uccidere tante brave persone dai fascisti. Abbiamo sfruttato contadini portandoli alla fame, li abbiamo fatti vivere insieme agli animali con i bambini che morivano di malattie. Abbiamo mandato braccianti in Mississippi a loro insaputa a lavorare al posto degli schiavi neri che si erano “emancipati”. Poi sono arrivati i “terroni”. Che parola spregevole!. E con loro siamo stati più che razzisti. Li abbiamo sfruttati per bene e denigrati. Poi sono arrivate le badanti, tante e anche con loro siamo stati razzisti. Poi sono arrivati i filippini. Poi sono arrivati i gay. Poi le prostitute che giudichiamo e disprezziamo, e poi mandiamo i nostri mariti tra le loro braccia. Poi sono arrivati i trans e gli uomini perbene li hanno denigrati ma poi ci sono andati. Poi sono arrivati gli anziani, quelli che riempiono gli ospedali ai quali “diamo del tu” come facciamo con il benzinaio “nero”, e li trattiamo come pezze da piedi. Poi sono arrivate le case di riposo dove li segreghiamo in mezzo a tristezza, odore di piscio e torture. Poi sono arrivati gli hospice dove mandiamo a morire senza dignità i nostri cari, perché sono diventati un peso.

Siamo razzisti nelle amicizie, dove diamo spesso solo a chi ci conviene. Critichiamo alcuni per il loro operato e poi permettiamo le stesse cose ad altri. Nel mezzo di tutto questo giudizi e giudizi. Siamo il popolo del giudizio. Un tempo avevano i bar sport covi dei giudicanti. Ora abbiamo Facebook, le file ai supermercati, le file alla posta, le code in auto. Siamo razzisti con i professori e gli insegnanti dei nostri figli perché vogliamo insegnare loro ad insegnare. E siamo sempre razzisti. Giudichiamo e distinguiamo il bello e il brutto, il colto e l’ignorante, l’elegante dallo straccione, la commessa dal dottore, la cassiera dall’attrice, l’animale dall’uomo, non distinguiamo più il vero dal falso, ci giudichiamo a vicenda per i post che mettiamo. Mettiamo centinaia di mi piace a uno che ha scritto che deve fare la “pupu” e non ci degniamo di mettere un like ad un post sensato. Siamo razzisti. Per convenienza. Guardiamo cosa fa il nostro vicino ma noi lo sappiamo fare sempre meglio. Noi siamo sempre meglio, noi siamo i migliori razzisti.

Io sono felice di aver visto tanta gente unita da un unico spirito di solidarietà. Ma mi chiedo: perché quando vado al supermercato trovo sempre qualcuno che mi fa un discorso razzista solo perché il cliente prima di noi ha pagato con un buono del comune? Perché in panetteria la commessa fa le facce cercando la mia solidarietà solo perché una signora africana le ha chiesto un grissino per il suo bambino, e perché quando io rispondo per le rime tutti quelli accanto mi guardano come se fossi un essere spregevole?

Perché quando compro qualcosa o regalo qualcosa a Monday il ragazzo nigeriano che sta sempre all’uscita del supermercato, e gli chiedo come va, mi guardano con aria schifata? Mi piacerebbe incontrare qualcuno che si arrabbia ogni tanto ma non lo trovo mai.

Dove siete quando non vi incontrate nelle piazze? Io nella vita di tutti i giorni non vi vedo o vi vedo poco.

Ecco perché in questo paese bellissimo e pieno di storia abbiamo dato potere a gente come Berlusconi, Salvini, Craxi, Renzi e compagnia bella. Siamo così pieni di noi che non siamo ancora riusciti a capire che a questi politicanti di noi non importa nulla. E questi hanno rubato, rubano e ruberanno ancora, e poi si ricicleranno e noi li rivoteremo.

Ecco perché siamo e rimaniamo razzisti.

Perché preferiamo i venditori di fumo alle persone oneste. Le persone oneste non fanno notizia. E noi vogliamo stare solo con i più forti vero? Noi siamo i veri schiavi, dovremmo tutti farci un esame di coscienza e renderci conto che ci stanno e ci stiamo prendendo in giro.

Angela Megassini

 

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@angelamegassini

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