Grazie a Riccardo Piccirillo per questa bellissima foto che mi ha ricordato la mia infanzia. La mia famiglia era una famiglia molto cattolica e molto praticante. La prima volta che sono andata in chiesa credo fosse il giorno in cui mia madre rimase incinta di me. Mia madre aveva una fede indescrivibile. Una fede rafforzata dopo la scomparsa di mio fratello Angelo l’anno prima che io nascessi. Il mio corpicino vide la prima chiesa il giorno del battesimo. E da lì fu tutto un crescendo.
Sempre a messa, vespri, processioni, benedizioni, matrimoni, funerali. Insomma dove c’era una funzione c’ero io. Spesso pure in latino. Conoscevo tutte le preghiere, i canti, le risposte anche in latino. Non so fino a che età ho portato il velo, quello bianco di pizzo che mi piaceva molto. E poi il rosario di perle. Poi i guanti di pizzo, le calzine di pizzo; le scarpe di vernice bianche e i capelli sempre ben pettinati; perché quando andavi a messa dovevi essere elegante, molto elegante.
E preghiere su preghiere, rosari, richieste e ancora preghiere. Sempre in ginocchio, mani giunte e segni della croce. Nei banchi davanti a destra dove stavano le bambine.
Un giorno andai ad un vespro alle due di pomeriggio e il parroco ad un certo punto cominciò a usare l’incenso che disperdeva dall’altare, io svenni e vomitai. Forse era troppo presto, in più la digestione insomma stetti male. Mi raccolsero e poi mi ripresi. Mi vergognai così tanto di aver sporcato la chiesa.
Quando sono cresciuta ogni domenica si andava in chiesa, io mamma e papà; stesso banco, tutti insieme; ero cresciuta e potevo stare con loro. Ricordo che se all’ultimo dell’anno tornavo la mattina e andavo a dormire, regolarmente mio padre arrivava urlando per farmi alzare e andare a messa dopo poche ore.
Insomma ho pregato sempre. Pregavo a memoria perché da piccola non capivo veramente cosa significasse. Sapevo che non farlo era male. Ma durante la predica del prete io iniziavo a sognare. La mia mente volava al di sopra di tutto. Quello per me era il momento più bello.
Poi quando arrivava la Pasqua si iniziavano i preparativi. Ogni giorno era un pretesto per mandarmi in chiesa. Il giorno che preferivo era il giovedì santo quando ognuno poteva portare un vaso di fiori da mettere all’altare dove veniva esposto Gesù sulla croce. Mia mamma cercava sempre il fiore più bello, compito che mi fu affidato quando divenni adulta e con la macchina potevo andare in giro a fare le commissioni. Mi piaceva andare in quei giorni in chiesa perché era così bello vedere tutti quei fiori. Io li osservavo tutti, vaso per vaso, per capire che fiori fossero.
Poi in ginocchio mi mettevo a pregare Gesù sulla croce e non me ne andavo senza non avergli dato un bacio.
Quei giorni erano davvero belli. Io che amo i fiori poi non vi dico.
Non ho mai smesso di pregare ma ora cerco di unire le preghiere ai fatti. Cerco di stare accanto alle persone e proteggerle.
E quando torno nella mia piccola chiesa di Alzano Scrivia mi ricordo ogni istante di quei ventisette anni passati in quel piccolo scrigno.
E ogni volta vorrei essere ancora lì, in quell’istante lontano, accanto a Luigina e Giuseppe
Angela Megassini

#angelamegassini

@angelamegassini

La mia foto è di Riccardo Piccirillo
Le foto della chiesa di Alzano Scrivia addobbate per la Santa Pasqua sono di Adolfo Guagnini

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