Tanti anni fa mandai la musica di Fabrizio alla Jack Daniel di Lynchburg, Tennessee. Pensavo che la potessero apprezzare. E così fu. Mi risposero quasi subito con una bellissima lettera di complimenti che come vedete conservo ancora tra i miei ricordi.
Si sa che il whiskey va di pari passo con la musica e con il blues in particolare.

I bluesmen che a fine Ottocento non si potevano permettere il whiskey quello vero, se lo distillavano da soli. Si chiamava Moonshine – che significa al chiaro di luna – è un termine americano coniato per indicare un distillato, normalmente di mais, prodotto artigianalmente e clandestinamente. Il moonshine nasce come distillato illegale, e per questo motivo non può essere prodotto alla luce del sole. Il moonshine è infatti un distillato artigianale, che non passa neanche un giorno in botte e che viene prodotto in posti isolati, vicino a fiumi (c’è sempre bisogno di abbondante acqua fresca per produrre distillati) e durante le ore notturne perché quando spunta la luna tacciono le campane e i sentieri sembrano impenetrabili.Da dove nasce il moonshine? L’arte della distillazione è stata portata nelle Americhe dai coloni Europei e già nel XVIII° secolo era commercializzato in America un distillato di cereali creato con la segale. Nel 1777 durante la guerra a Valley Forge la leggenda narra che per combattere il freddo gli americani distribuissero generose dosi di whiskey di segale ai propri soldati. Agli inizi del Novecento alcuni stati iniziarono ad emanare leggi che vietavano la vendita e il consumo di alcolici. Nel 1920 entrò in vigore la legge nazionale sul “Proibizionismo” che ne vietava di fatto la vendita e il consumo in tutta la nazione, una manna dal cielo per i moonshiners!

Senza più una goccia disponibile di alcol legale la richiesta di moonshine andò alle stelle, fare il moonshine era veloce e semplice, il distillato non doveva neanche stare li ad invecchiare in botte! I moonshiners però non riuscivano comunque a tenere il passo con la domanda e iniziarono ad aggiungere zucchero e acqua ai distillati. Cosa non si fa per aumentare i profitti… Nel mentre il crimine organizzato iniziò ad aprire locali in tutte le città, questi saloon avevano delle porte nascoste e per entrare si doveva conoscere la parola d’ordine. I locali erano inoltre dotati di “comode” vie di fuga utili in caso di raid da parte dei federali. Il famoso gangster Al Capone non faceva mai mancare il moonshine nei suoi locali.

Quando nel 1933 la legge sul proibizionismo fu abrogata il mercato del moonshine andò sempre più in calo. Sebbene negli anni ’60 e ’70 la produzione di moonshine era ancora un grosso problema per le autorità, oggi sono pochissimi i casi di alcool illegale segnalati negli Stati Uniti, ma l’adrenalina di comprare e bere qualcosa di “proibito” e il desiderio di calpestare l’autorità governativa è uno dei motivi principali per i quali il moonshine illegale è tuttora prodotto.

Negli Stati Uniti c’è un’area particolarmente famosa per il Moonshine (dove probabilmente ancora oggi viene prodotto in modalità illegali) si tratta nella zona montuosa e selvaggia dei monti Appalachi, area situata al confine tra Virgina, Nord Carolina e Kentucky. La zona ampia e poco abitata con grandi e bellissime foreste ricche di fiumi, è luogo perfetto per la distillazione di moonshine illegale. E sebbene la produzione sia già abbastanza pericolosa di suo, il problema continua ovviamente ad essere la legge. Se si viene presi a vendere o a distillare illegalmente dagli agenti federali si incorre in gravi sanzioni o addirittura il carcere.

Ma conosco tanti bluesmen che lo fanno ancora e l’ho pure bevuto.

Ritornando a noi, ovvero al whiskey legale, come potrete capire anche allora era più facile avere una risposta dalla Jack Daniel (addirittura con una lettera scritta) che non qui da noi. Pensate che all’epoca (era il 1993) non c’erano Internet, emails, Messanger, Skype, Viber, WhatsApp e quant’altro. Adesso in meno di un nanosecondo i nostri messaggi arrivano a casa di coloro a cui scriviamo. Eh si, le cose sono cambiate e parecchio. Siamo andati avanti, siamo sempre connessi.
Una cosa però non è cambiata: ancora oggi se scrivessi un email alla Jack Daniel passato il tempo del fuso orario avrei già la risposta. Qui da noi? Come nel 1993. Il mondo va avanti, si aggiorna e si cerca sempre di migliorare. L’unica cosa che non si aggiorna mai è la nostra App chiamata “Educazione”. Fabrizio ed io lo sappiamo bene. Salute!
Angela Megassini

 

 

 

 

 

 

 

 

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@angelamegassini

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